mercoledì 25 marzo 2020

ARGENTINA E CILE 2019

Questo è il riassunto del viaggio più grande che abbia mai fatto. Siamo io e Linda, come al solito!
Obiettivi non ce ne sono se non conoscere un po' di Argentina e Cile dalle loro capitali verso la Patagonia, attraverso le Ande. Abbiamo 100 kg di bagagli in 6 zaini e ci muoveremo col bus, in autostop e non solo per 8000 km...scalando o camminando in molti posti incredibili.
A Buenos Aires con i suoi barrios così diversi camminiamo per molte ore; poi Cordoba dove scaliamo placche e fessure sui mogotes di granito nei canyon di Capilla del Monte e a Los Gigantes nelle Sierras Grandes: queste torri di granito arrotondate sembrano un'isola in mezzo a un mare di terra arida, lontano da tutto e da tutti.
Da Mendoza scaliamo a los Arenales a 3000 mt su un granito fessurato che la sera sembra infuocato, un'infinità di guglie tutte attorno al caratteristico e accogliente bivacco degli scalatori; tiri di roccia stupendi e vie indimenticabili. Nella valle del Sosneado percepiamo ancora più isolamento dalla civiltà, ci siam trovati a fare il guado più gelido che ci sia mai capitato con un vento così forte da alzare acqua e polvere, che si infilava ovunque. Le guglie di granito bianco fessurato sembrano non centrare nulla con il paesaggio attorno di vallate e montagne così grandi e brulle. 
Ci mettiamo alla prova sui 5450 metri del Vallecitos nel Cordon del Plata, -15°C e molto vento, fan capire quanto siamo esseri insignificanti di fronte a questi colossi. Il fiato corto scandisce i passi regolari fino alla cima per poi scendere su ghiaioni e pietraie infinite. 
Santiago è veramente grande, lo si capisce salendo sul Cerro Cristobal! Qui siamo ospiti da Giulia con cui passeggiamo tra i murales della colorata Valparaiso. Subito fuori dalla città c'è la valle del Maipo dove si può scalare su granito a fessure, roccia vulcanica di colore verde a tacche e pure sulle placche a buchi delle bellissime Torrecillas, che richiamano le Dolomiti.
Poco più a sud nella valle de Los Condores le colonne basaltiche offrono fessure e diedri perfetti e creano cascate d'acqua incredibili. Dopo le scalate ci rilassiamo nelle terme della valle del Maule, con acqua calda e saune naturali tra le rocce. Intanto il popolo cileno scende in piazza e in tutto il paese ci sono proteste, cortei e anche confusione, disagi e violenza. Riusciamo, non si sa come, ad arrivare a Pucon e scappiamo a Las Peinetas tra boschi di araucarie e pareti così selvagge e inaccessibili, che solo in pochi ci passano del tempo; attorno a noi ci sono i vulcani Villarica e Lanin innevati.
Da qui si scollina alla volta di Bariloche con i suoi laghi e il granito del Frey e del Cerro Lopez, così belli da scalare e così gelidi dopo la nevicata di questi giorni. Tra una fessura e l'altra ci fanno compagnia i condor, a volte un po' troppo vicini...

La Carretera Austral non è una semplice strada, non è ne semplice ne una strada... È un viaggio, un'avventura, fatta di incognite, incontri e natura, che abbiam vissuto senza troppa fretta e con un grande spirito di adattamento.
A Puerto Montt piove e si protesta; la valle del Cochamó è vuota, poche persone camminano per 12 km nel fango nonostante il paesaggio sia magnifico. Le acque dei fiumi sono cristalline e dalla foresta pluviale con alerce giganteschi si innalzano pareti immense di granito liscio. 
Verso sud passiamo dal fiume Futaleufu, che conosciamo in un gommone: sembra un mare azzurro in movimento con mille onde giganti. La successiva tappa è Coyhaique, dove scaliamo sulle colonne basaltiche del Cerro Makay, dopo un breve ma faticoso tentativo al Cerro Castillo lungo un ripido canale di neve.
Attraversando il gigantesco Lago General Carrera si arriva a Chile Chico, una zona secca e temperata così rara nella Patagonia cilena; nel Parque Jeinimeni sembra di essere sulla luna. Attraverso il Parque Patagonia si arriva a Cochrane e lungo una strada sterrata con alcuni laghi e fiordi da attraversare col traghetto e quasi nessun luogo abitato arriviamo a Villa O'Higgins, ultimo villaggio raggiungibile con una strada. Qui finisce la Carretera Austral, facciamo rifornimento per attraversare in Argentina e aspettiamo la fine della pioggia che dura ormai da più di una settimana e ha allagato tutto. Per arrivare a El Chalten dobbiamo attraversare l'azzurro Lago O'Higgins con una barca, per poi procedere nel cassone di un camion e per 5 km a piedi in un sentiero fangoso con l'aiuto del cavallo per i nostri pesanti bagagli; poi di nuovo in barca attraverso il Lago del Desierto ed infine con un bus. Una frontiera fuori dalla civiltà, solo una estancia come appoggio, un percorso tortuoso che un tempo era l'unico accesso a Villa O'Higgins. 
I pochi giorni rimasti, li passiamo tra le montagne e con l'amico Lucas; tentiamo di scalare l'Aguja Guillaumet e saliamo il Mojon Rojo, rubando le poche ore di tempo favorevole. Passiamo le notti più intense bivaccando sotto le stelle o al riparo di grotte naturali.
Una visita al Perito Moreno e l'ultimo asado a Monte Grande, appena fuori Buenos Aires, sono il saluto migliore al Sud America, con i suoi paesaggi, il suo cibo e la sua gente con il suo modo di vivere.

This is a summary of the biggest trip I've ever done. We are Linda and I, as usual!
The objectives are to know a little about Argentina and Chile from their capitals to Patagonia, through the Andes. We have 100 kg of luggage in 6 backpacks and we will travel by bus and hitchhiking for 8000 km ... climbing or walking in many incredible places.
In Buenos Aires with its so different barrios we walk for many hours; then Cordoba where we climb slabs and cracks on the granite mogotes in the canyons of Capilla del Monte and at Los Gigantes in the Sierras Grandes: these rounded granite towers look like an island in the middle of a sea of ​​arid land, far from everything and everyone.
From Mendoza we climb at Los Arenales at 3000 meters on a cracked red granite, an infinity of towers all around the bivouac of the climbers; beautiful rock pitches and unforgettable routes. Sosneado valley is even more isolated from civilization, we had to do the coldest ford that has ever happened to us with a wind so strong as to raise water and dust. The spiers of cracked white granite seem to have nothing to do with the landscape around valleys and mountains so large.
We test ourselves on the 5450 meters of the Vallecitos in the Cordon del Plata, -15 ° C and a lot of wind, to understand how insignificant we are. Hour breathing regulates the speed to the top and then descend on endless scree and stony ground.
Santiago is really great, you understand it by climbing the Cerro Cristobal! Here we are guests of Giulia with whom we walk among the murals of the colorful Valparaiso. Immediately outside the city there is Maipo valley where you can climb on cracked granite, green volcanic rock and also on the slabs of the beautiful Torrecillas, which recall the Dolomites.
A little further south in the valley of Los Condores the basaltic columns offer perfect cracks and dihedrals and create incredible waterfalls. After the climbs we relax in the spring in Maule valley, with hot water and natural saunas among the rocks. Meanwhile, in all the country there are protests, confusion and violence. We do not know how we could get to Pucon and we escape to Las Peinetas among araucaria forests and walls so wild and inaccessible that only a few people spend time there; around us there are the snow-covered Villarica and Lanin volcanoes.
From here we go to Bariloche with its lakes and the granite of Frey and Cerro Lopez, so beautiful to climb and so freezing after the snowfall of these days. Between one crack and another, condors keep us company, sometimes a little too close ...

The Carretera Austral is not a simple road... It is a journey, an adventure, made of unknowns, encounters and nature, which we have lived slowly and with a great spirit of adaptation.
In Puerto Montt it rains and people protests; the Cochamó valley is empty, few people walk 12 km in the mud despite the magnificent landscape. The water of the rivers are crystal clear and immense smooth granite walls rise from the rain forest with gigantic trees.
To the south we pass by Futaleufu river, where we raft: it looks like a moving blue sea with a thousand giant waves. The next stop is Coyhaique, where we climb Cerro Makay basaltic columns, after a short but arduous attempt at Cerro Castillo along a steep snow channel.
Crossing the gigantic General Carrera Lake we arrive at Chile Chico, a dry and temperate area so rare in Chilean Patagonia; in Parque Jeinimeni it seems to be on the moon. Through Parque Patagonia we get to Cochrane and along a dirt road with some lakes and fjords to be crossed by ferry and almost no inhabited place we arrive at Villa O'Higgins, the last village reached by a road. Here ends the Carretera Austral, we refuel to cross to Argentina and wait for the end of the rain that has lasted for more than a week and has flooded everything. To get to El Chalten we have to cross the blue Lake O'Higgins with a boat, then in a truck and for 5 km walking on a muddy path with the help of the horse for our heavy luggage; then by boat across the Desierto lake and finally by bus. A frontier outside civilization, only an estancia as a support, a tortuous path that was once the only access to Villa O'Higgins.
We spend the few days left in the mountains and with our friend Lucas; we try to climb the Aguja Guillaumet and climb the Mojon Rojo, stealing the few hours of good weather window. We spend the most intense nights sleeping under the stars or in natural caves.
A visit to Perito Moreno and the last asado in Monte Grande, just outside Buenos Aires, are the best greeting to South America, with its landscapes, its food and its people with its way of life.





















































































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