martedì 11 agosto 2020

LA VALLE DEI DINOSAURI

C'è un posto in fondo alla val di Genova che poche persone conoscono, io lo chiamo valle dei dinosauri da quando ci andavo per funghi da piccolo con la famiglia. La fitta vegetazione, il torrente impetuoso, i giganteschi massi di granito mi facevano fantasticare, come se proseguendo per quelle tracce si potesse viaggiare nel tempo!
Percorrendo il sentiero del Matarott innumerevoli volte per andare alle Lobbie, dove facevo il cameriere, guardavo sempre la parete sotto il lago Nuovo pensando che un giorno la avrei scalata.
Qualche anno fa con Linda ho varcato il bosco della valle dei dinosauri per avvicinarmi alla parete, come dei pionieri abbiamo seguito le tracce dei cacciatori e poi il nostro fiuto fino ad arrivare alla base della muraglia. Ci son volute più giornate per scalarla tutta, senza mai vedere nessuno.
La parete è molto soleggiata, la roccia a volte discreta, a volte ottima, il posto fantastico.

AVVICINAMENTO: 1.15. Dal rifugio Bedole al bivacco del pioniere, poi per tracce nel bosco fino ad una radura con dei larici con un salino dei cacciatori, da qui si rientra nel bosco in salita e lungo una dorsale che sale verso sinistra fino alla pietraia sotto le pareti che si deve salire verso sinistra. Ometti lungo il percorso.
RIENTRO: In doppia. Lungo la via saltando alcune soste, la seconda calata ha una sosta indipendente.
MATERIALE: Una serie di friends 0,3-3 doppiando i medi. In via 13 chiodi, 3 cordoni e un fix. Soste con 2 fix o facilmente integrabili, una su grande spuntone.
L1: salire pochi metri la rampa a destra, dal chiodo con cordone si sale in verticale, chiodi e spuntoni con cordoni, fino alla sosta sul terrazzino a destra (evitabile), 1fix.
L2: in verticale lungo il diedro e poi balze appoggiate fino alla grande rampa obliqua sotto la parete verticale, 2 fix.
L3: verso destra lungo la lama e poi in verticale per fessurine quindi si segue la spaccatura che sale verso sinistra fino alla comoda sosta sotto i tetti, 2 fix
L4: verso sinistra poi si sale il diedro, si aggira a sinistra il tetto e si sale il successivo diedro friabile obliquo verso destra. Al secondo chiodo si attraversa in orizzontale e aggirato lo spigolo si trova la sosta scomoda in basso, 2 fix.
L5: si attraversa a destra poi si sale in verticale alla sosta, 2 fix.
L6: in obliquo a destra fino al diedrino poi in orizzontale verso sinistra su placche appoggiate, chiodi, quindi in verticale lungo un diedro aperto, chiodo, la sosta si trova su un terrazzo a sinistra, 2 fix.
L7: a destra e in verticale per più volte lungo le evidenti grandi lame fino alla comoda sosta sotto un diedro, grande spuntone con cordone.
L8: si sale il difficile diedro con un chiodo e un fix piantato male con un cordone, si rimonta a destra lo spigolo, si sale in obliquo a sinistra, si oltrepassa il chiodo, ci si alza e si attraversa condifficoltà a destra ad un chiodo, poi ancora a destra per placche alla sosta comoda, 1 fix.
L9: si sale lungo le fessure in verticale e verso destra, si aggira un pilastro fessurato sulla destra per poi salire alla sosta, 2 fix.
L10: in obliquo verso sinistra per balze e placche appoggiate, 2 fix.










lunedì 22 giugno 2020

TOSCANA 2020

Non tutti i mali vengono per nuocere, e così, dopo aver annullato i progetti all'estero, partiamo per una breve vacanza in Italia, e come al solito, alla scoperta di posti nuovi che val la pena conoscere!
Vinca è un paesello nelle Alpi Apuane raggiungibile con una stretta stradina, qui si mangia un pane scuro, grande e cotto nel forno a legna, e una focaccia unta di olio di oliva, arrampichiamo alle torri di Monzone, sul calcare selcifero della pala dei Fiorentini per poi spostarci nella val Serenaia dove saliamo il Pizzo D'Uccello, con una bella vista sulle colline della Garfagnana. Il paesino di Stazzema è l'ultima tappa di queste montagne con dei boschi così verdi da sembrare invalicabili, paesini arroccati che sembrano semiabbandonati e un'infinità di cave di marmo chiarissimo che si presentano come impattanti ferite sulle pendici dei monti e  rumorosi mezzi che scavano e portano a valle i pezzi.
Poi si arrampica nel Camaiorese, sul calcare a gocce di Setriana, le placche e gli strapiombi di Candalla, mangiamo i tordelli, la scarpaccia e la torta di pepe, e passeggiamo nelle stradine piene di graffiti a Casoli, nei ripidi vicoletti di Metato e tra le sculture di Pietrasanta. Siamo ad un passo dal mare ma il paesaggio è di montagna fatto di verdissimi e ripidi versanti sparsi di paretine di calcare, con borghi antichi artistici e vivaci.
Ultima tappa è Talamone e l'Argentario. Arrampicata con vista splendida a Capo d'Uomo e un tuffo nel mare nella affollatissima cala del Gesso troppo bella e troppo piccola!































domenica 21 giugno 2020

ARRAMPICATA IN VAL NAMBRONE

Lungo la strada che dalla val Nambrone porta ai laghi di Cornisello, ed esattamente al nono tornante si nota una modesta parete con dei segni azzurri di un confine forestale alla base. Non ci si aspetterebbe che questa struttura sia più alta di 100 metri ma lo è, e nel corso degli ultimi anni, in parte da solo e in parte con Linda e Davide abbiamo chiodato due vie interessanti. Visto che si potrebbe fare sicura seduti sulla macchina sono sicuramente adatte a giornate o mezze giornate con tempo incerto, non rare in questa valle. non è possibile vedere la parete nel suo insieme quindi ad ogni tiro si scopre il successivo fino ad arrivare nei pressi di un pilone della vecchia funivia dell'enel.
Le vie sono attrezzate con fix ma a volte è necessario integrare con friends medi e piccoli, il rientro avviene in corda doppia dalle soste di salita su fix o albero.

PIZZICA: 5c - 6a - 6a+ - II - 5c
ENEL: 6b+ - 6b - II - 5a - III - 5b




domenica 5 aprile 2020

LE PLACCHE DI SAN MARTINO

Sulle pendici solive della Cima Lancia, molto vicino all'Eremo di San Martino, c'è una parete di 100 metri a forma di triangolo, formata da una placca con due spigoli che convergono sui lati. Nelle giornate di mezza stagione, quando è ancora freddo per arrampicare in Brenta, qui è già caldo.
Nel 1018 e 2019 l'ho esplorata con diversi amici, ora la vecchia via sportiva in placca che sale al centro ha le soste nuove e son nate altre due linee.
La prima è stata la via Linda che ho salito con qualche chiodo con Roberto; abbiamo trovato segni di passaggio solo nell'ultimo dei 4 tiri, poi abbiamo deciso di chiodarla con fix. La seconda, con Cristina e Roberto, l'abbiamo chiodata con fix ad esclusione del terzo tiro sullo spigolo aereo, che è in comune con una via attrezzata con materiale vecchio; il nome granitica, si riferisce alla tenacia di Cristina che ama arrampicare su questo tipo di roccia.

LINDA: III - III - IV - III
PLACCA DI SAN MARTINO: I - I con 1 passo V - 6a - 6a