La cresta spartiacque che divide la val Seniciaga dalla val di Lares, nei tempi della Prima Guerra Mondiale, era stata attrezzata e presidiata dai soldati dell'impero Austro-ungarico provenienti dall'Ungheria: gli Honved. Era una linea secondaria che doveva sbarrare e difendere la val di Genova, in particolare dalla località Fontana Bona fino al villaggio dei Pozzoni a quasi 3000 metri: circa 10 km in linea d'aria.
Ora lungo questa cresta resistono ancora molte testimonianze della Guerra Bianca, in parte valorizzate da percorsi segnati, ed è possibile percorrerla completamente con le dovute precauzioni. Si tratta di una cresta alpinistica a tutti gli effetti, che parte da una dorsale di bosco e arriva ad un'affilata cresta rocciosa dove bisogna utilizzare la corda.
Ho avuto la possibilità di percorrerla completando la traversata in due giorni diversi.
La prima parte, dal fondovalle a cima degli Obici, con Fabrizio è stata una lunga giornata con più di 2000 metri di salita e discesa in 20 km. Partendo dalla val Seniciaga si sale al monte Stavel su sentiero per poi raggiungere l'Om di Lares su tracce e trincee con vegetazione. Da qui il terreno si fa più esposto con canaloni e versanti molto ripidi: per salire al monte Ospedale ci sono diversi passaggi in cresta, su prati ripidi, placche di granito o sfasciumi dove non bisogna fare errori, nonostante non sia mai difficile. Lungo questo tratto si trovano alcuni ancoraggi ormai inaffidabili, e tracce del vecchio camminamento. Il tratto per raggiungere da qui cima degli Obici è il più facile e interessante con lunghe trincee ed i resti dei cannoni. Dalla cima si scende per sentiero di guerra al passo Altar che mette in comunicazione la val Genova con la val Borzago, qui è presente la vecchia stazione delle teleferiche.
La seconda parte di cresta l'ho percorsa con Sergio dal passo dei Pozzoni alla cima degli Obici. Questa volta la logistica migliore è la val Borzago con il rifugio Carè Alto, la cresta richiede qualche dote alpinistica ulteriore e oltre al passo fermo, è indispensabile avere una corda. Dal monte Coel: la prima cima che si raggiunge senza difficotà, diversi sono i gendarmi da aggirare e salire, alcune corde doppie e passaggi in arrampicata conducono poi alla cima di Pra Vecchio e alla cima degli Obici. Il percorso è molto articolato e da cercare, in parte è segnato da bolli rossi e sono state attrezzate alcune soste con fix per le calate, per il resto bisogna sapersi assicurare su spuntoni. lungo questo tratto di cresta si possono trovare molte postazioni, camminamenti di pietra e vecchi ancoraggi, purtroppo la maggior parte dei ponticelli e scalette di legno sono ormai crollati ma è possibile vedere dove erano posizionati per consentire ai soldati di muoversi senza essere visti dal nemico.
Come molti altri itinerari nel gruppo Adamello-Presanella, questo è un percorso escursionistico e alpinistico di tutto rispetto, con un grande valore storico e un incredibile panorama sul ghiacciaio del Carè Alto, Presanella e Brenta dove difficilmente si trovano persone, ma piuttosto camosci, stambecchi, donnole, marmotte e rapaci.
Giro ...affascinante! Complimenti!
RispondiEliminaBuongiorno, complimenti per la descrizione del giro!
RispondiEliminaIeri, partiti decisamente troppo tardi dal bassanese e con l'idea di andare in Dolomiti, decidiamo all'ultimo di portarci in Val di Genova per esplorare la zona. Partiamo lungo il sentiero 214 direzione Malga Lares (ho capito tornando che sarebbe stato meglio il 215) per poi tagliare a sinistra, prima del ponte, verso lo Stavel, ma il sentiero di collegamento non è più segnalato ed è completamente inerbato. Ci facciamo largo tra erbe, felci, arbusti facendo una gran fatica e perdendo in qualche punto la traccia (che di fatto, sotto la vegetazione, persiste ancora) per arrivare finalmente alla sella tra Stavel e Om Piccolo. Da lì saliamo in vetta ma dati l'orario e il tempo perso nel bosco non procediamo molto oltre; io mi limito a esplorare un pezzetto di crinale facendo "boulder" tra i macigni fino alla sella sotto l'Ospedale e poi torno indietro. Interessanti i resti dei baraccamenti Honved e anche le linee di reticolato quasi intatte sui pietroni del versante ovest!
Torniamo verso lo Stavel e prendiamo il sentiero di collegamento verso il 215 trovandolo in condizioni globalmente migliori ma anch'esso inerbato in più punti, in alcuni franato, a volte coi segnalini CAI ben evidenti a volte no, nel complesso discretamente fastidioso..."l'avventura" finisce insomma quando entriamo in Val Seniciaga.
Che dire, luoghi interessanti e suggestivi sia dal punto di vista storico che ambientale, peccato per quei sentieri per nulla curati che - mia ha confermato un rifugista in Val di Genova - di fatto non percorre quasi nessuno. D'altro canto contribuiscono al fascino "esplorativo" dell'uscita e della zona: tuttavia, sottolineo che se la traccia dal 215 è nel complesso percorribile, quella dal 214 di fatto non esiste più, ma sulle mappe si trova ancora segnata.
Per quanto mi riguarda ci tornerò di certo, ma magari attaccherò Cima degli Obici dal lato dell'Altar.