venerdì 14 luglio 2017

BALCANI 2017

La penisola balcanica è nello stesso tempo occidente e oriente, nord e sud. Etnie, lingue, religioni: giustapposte, sovrapposte...

Durante la primavera tre volte sono stato in Slovenia, spingendomi anche in Croazia, Bosnia e Montenegro in compagnia di Linda.💥

Scialpinismo primaverile nel Triglav, la cima più alta in Slovenia, non è mai in alto ma sembra esserlo...si parte da molto bassi con canaloni "dolomitici" di neve dura fino agli altipiani carsici da dove le cime di roccia calcarea, che non raggiungono i 3000 metri, sembrano essere giganti con pareti lunghe e ripide.

E poi l'arrampicata in Istria, terra di tartufi e borghi medievali arroccati, buona cucina e tranquillità, falesie, mare, pioggia...qui si respira molta Italia.
Infine il vero viaggio nei Balcani, partendo da Ljubljana, 2500 km per tornare a Capodistria.

...è un continuo susseguirsi di emozioni contrastanti. greggi che pascolano non lontano da vecchie e cupe centrali elettriche a carbone, scalcinata edilizia dell'epoca comunista e hotel di lusso,

automobili costosissime e golf anni '80, panorami da sogno e discariche a cielo aperto, foreste vergini e bunker di cemento armato, centri storici pieni di turisti e paesini di montagna che sembrano fermi nel tempo, nuovi ricchi e mendicanti, fiumi che scorrono in canyon spettacolari, le cicatrici di una guerra terribile, anziane contadine nei loro piccoli orti domestici, uomini seduti per ore nei caffè, venditori di strada, strade sconnesse e casinò,minareti e campanili, alberi da frutto rigogliosi e campi minati, i richiami dei muezzin, le case in rovina, i cimiteri, le montagne selvagge...

e nella gente, ospitalità, spavalderia, gentilezza, timidezza, orgoglio, allegria, rassegnazione...

Lubjiana, città moderna e dinamica con architettura dalle varie influenze. 
Passato il confine con la Bosnia si iniziano a vedere case semi distrutte e abbandonate, centrali e minareti. A Visoko il mercato di frutta, verdura e latticini, e il primo caffè... forte, intenso.
Sarajevo mi ha trasmesso una forza emotiva come nessuna città...i cimiteri e le case martoriate dalle granate accanto alla grande vitalità della gente che gira. Era il '92 quando è iniziata la guerra ed io avevo 4 anni, lo ricordo bene quando la mamma me ne parlava. Ora c'è un museo, dedicato ai bambini in tempo di guerra, quelli a cui pensavo allora.
Ancora giù, con poche informazioni ad esplorare i monti Prenj e a Mostar col suo nuovo ponte vecchio che ha riunito i popoli. Si mangia cevapci, burek, stufati e zuppa del bay.😋
Poi è il turno del Montenegro, un territorio impervio di grandi canyon e montagne. Qui il caffè comune è quello turco ma il cibo non cambia molto. Dopo un'arrampicata nella bella valle Komarnica nel parco nazionale del Durmitor ci spostiamo in Croazia, lungo la costa da dove siam tornati, passando per i turistici Trogir e Paklenica. 


The Balkan Peninsula is both west and east, north and south. Ethics, languages, religions: juxtaposed, superimposed ...

During the spring three times I've been in Slovenia, I went also to Croatia, Bosnia and Montenegro with Linda.💥

Spring skimountaneering in Triglav, the highest peak in Slovenia, is never high but seems to be ... it starts from very low altitude with steep slopes with hard snow up to the karst plateaus and the limestone rock peaks, that don't reach 3000 meters.
Then climbing in Istria, land of truffles and medieval towns, good cuisine and tranquility... here there is a lot of Italy.
At the end, the real trip to the Balkans, starting from Ljubljana, 2500 km return to Koper.
... is a continuous succession of conflicting emotions. Flocks of sheeps not far from old, coal-fired powerhouses, communist building and luxurious hotels,
expensive cars and 80s golf, magic landscapes and open dump, virgin forests and reinforced concrete bunkers, cities full of tourists and mountain villages that look stale in time, new rich and beggars, rivers flowing into the canyon, scars of a terrible war, old women in the fields, men sitting for hours in the cafes, street vendors, broken roads and casinos, minarets and beltowers, fruit trees and mined fields, muezzin's remarks, Ruined houses, cemeteries, wild mountains ...
And in people, hospitality, kindness, timidity, pride, joy, resignation ...
Ljubljana, a modern and dynamic city with architecture from various influences. Once crossed the border with Bosnia, we began to see semi-destroyed and abandoned houses, central and minarets. In Visoko: fruit, vegetable and dairy market, and we had the first coffee ... it was strong, intense. Sarajevo gave me an emotional force like no other city ever... cemeteries and homes that are grenade, beside a great vitality in the people. It was in 1992 when the war started and I was 4 years old, I remember it well, when my mam explained me. Now there is a museum dedicated to children during war time, the ones I thought for long.
Than, with only few information, we explore the Prenj mountains and Mostar with its new-old bridge that brought together peoples. You eat cevapci, burek, stew and Bey soup.😋 
Then is the turn of Montenegro, a territory of great canyons and mountains. Here the common coffee is turkish but the food doesn't change much. After climbing into the beautiful Komarnica valley in the Durmitor national park we moved to Croatia, along the coast, passing through Trogir and Paklenica.





























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