martedì 25 ottobre 2016

CAMBIO STAGIONE - BETWEEN THE SEASONS

Dopo un'estate intensa passata tra i monti, in questi giorni ho poco da fare, e quando ho poco da fare penso, progetto, organizzo...aaaaaahhhhh!
In realtà l'estate è volata via in un soffio. Lavorando di qua e di la e partecipando a vari corsi formativi sono stato in giro per le Alpi oltre al Brenta e l'Adamello. Dal Monte Bianco al Sassolungo, dal Cervino alle Lavaredo, dalla Marmolada alle Tofane, amo conoscere e scoprire nuovi posti, anche accompagnando la gente meno esperta di me.
Non so se ora ho già voglia di neve...e visto che non voglio perdermi gli ultimi caldi presto me ne andrò al sud (non troppo) per qualche giorno, per una vacanza che sarà tutta una sorpresa, non so se porterò la corda o il costume, probabile entrambi, ma senza avere un programma. Obiettivo divertirmi, scoprire, stare a contatto con la natura, fare fotografie, ridere, mangiare bene e condividere tutto ciò con chi verrà con me.
Altri progetti futuri...!?!?
Per la primavera prossima due viaggi... ;-)
La partecipazione sarà aperta agli interessati e prevederà del trekking, alpinismo, avventura... ma di questo approfondirò prossimamente.

After a busy summer in the mountains, these days I have nothing to do, and when I have nothing to do I think, I organize ... aaaaaahhhhh!
Last summer flew away quickly. Working and attending some training courses, I have been around the Alps and not only Brenta and Adamello range. Mont Blanc, Sassolungo, Matterhorn, Lavaredo, Marmolada, Tofane, I love to discover new places, even guiding people less experienced than me.
I don't know if my mind is ready to ski right now... at the moment I don't want to miss the last warm so I'm going to travel south (not too much) for a few days holiday. I don't know yet if bringing the climbing gear or the swimming one, probably both, but without a real program. Just to have fun, discover, stay in contact with the nature, take pictures, laugh, eat good food and to share all this with those who will come with me.
Other future projects ...!?!?
Two for next spring... ;-)
The participation will be open to interested parties who like trekking or mountaineering, adventure ... but i will explain better soon.











domenica 3 luglio 2016

KISHTWAR SHIVLING 2016

Chalo! Il 15 maggio partiamo con l'aereo per New Dehli.
Siamo io Tomas e Silvestro Franchini e Luca Cornella con un progetto ambizioso e del quale non sapiamo molto, a parte il fatto che sia una parete di roccia difficile, ripida e lunga quasi 1000 metri, in un posto molto remoto dell'Himalaya a quasi 6000 metri di quota, ma questo ci basta per iniziare con entusiasmo la nostra avventura, nessuno l'ha mai scalata prima e nessuno può sapere quante possibilità abbiamo di avere successo.
E' la prima volta in queste terre per tutti noi ed ogni tappa è una novità, a partire dalla logistica.
Dalla capitale indiana in una notte intera di bus arriviamo a Manali, dove formiamo il team; è composto da noi, Pritan il cuoco, Amit che lo aiuterà, Bhagwan la guida e Tarachand l'ufficiale di collegamento necessario per ottenere i permessi dall'Indian Mountaniering Foundation. Da qui si parte con due pulmini scassati 4x4 che, carichi di cibo, materiale vario e atrezzatura sui tetti, ci portano in due lunghe giornate a Gulabghar lungo una strada insidiosa, a picco sul fiume Chenab, che ci fa entrare in Kashmir. L'autista si rivela un duro, capace di guidare per ore senza perdere mai l'attenzione e la precisione sul volante, solo facendo qualche pausa per bere un chai e mangiare qualcosa.
Ci aspettano tre giorni di trekking con 18 muli per arrivare al campo base con tutto passando per numerosi villaggi indù e buddhisti che non hanno accesso stradale ma sembrano avere da sempre le risorse per essere autosufficienti.
Dopo tanti “namastè” e “julè” mettiamo le nostre tende sui prati della piana di Bujvas a 3300 metri di altezza tra alcune betulle. Da qui ci aspettano 1700 ripidi metri di dislivello per arrivare alla base della parete che abbiamo intenzione di provare a scalare, prima su prato poi tra i crepacci ed infine un canalone. Il meteo sembra essere sempre stabile e caldo di giorno, in pochi giorni portiamo quasi tutto il materiale alla base della parete su un colle a 5000 metri che chiamiamo “Vedetta” lasciando 100 metri di corda fissa per superare la terminale.
Tutto è pronto, nel portare i carichi ci siamo un po' acclimatati, serve solo aspettare tre giorni di tempo stabile per partire freschi dal campo base. E' il 30 maggio, dopo 15 giorni dalla partenza, ci avviamo decisi per attaccare la parete l'indomani. Il primo tentativo non è molto fortunato, infatti Tomas sbatte la caviglia in un volo e un grosso sasso ci schiva in tre e colpisce alla spalla Luca, su 4 corde due si sono tranciate e una è molto danneggiata. Siamo così costretti alla ritirata. Quando arriviamo al campo “Vedetta” è ormai buio da un ora ed il morale non è alto, siamo stanchi, sconfitti e feriti non parliamo nemmeno di un altro tentativo.
Al nostro risveglio qualcosa è cambiato, nello zaino mettiamo solo quello che ci serve a scendere e lasciamo tutto il resto qui. Ci serve ancora qualche giorno per ricaricare le energie del corpo e della mente, per capire quanto forti sono state le botte prese e ragionare sui rischi corsi, ci prendiamo una pausa.
Luca ha ancora male, la sua decisione è di non salire di nuovo, noi tre partiamo il 6 giugno per il secondo tentativo. Siamo in accordo su una nuova strategia, su maggiore velocità e più attenzione, ma l'entusiasmo ritornato viene messo a dura prova nel canale da una scarica di ghiaccio e neve che colpisce questa volta Silvestro alla spalla e me alla gamba, le previsioni meteo inoltre cambiano di continuo, attacchiamo di nuovo. Nevica, raggiungiamo all'imbrunire il primo punto di possibile bivacco incontrato in tutto il giorno: il campo “Meringa” a 5500 metri, abbiamo solo una razione di cibo in tre e solo un telo per ripararci dal freddo. La notte passa e si riparte, fino in cima al pilastro poi giù, a ritroso nel vuoto di un chilometro che ci separa dal campo “Vedetta”.
Ora parliamo dei pericoli scampati, del ruolo della fortuna in una salita di questo tipo in Himalaya, dello stile che abbiamo usato noi per affrontarla...
Ci vuole tempo per realizzare, il successo di tutto il team lo condividiamo a tavola: riso, dhal, aloo, mutton, paneer, chapati e chai!



















domenica 15 maggio 2016

ASPETTANDO IL KASHMIR

Gli ultimi mesi dopo la stagione li ho passati preparandomi alla mia prossima avventura in india! L'organizzazione di questo viaggio è stata impegnativa ma ho passato molto tempo con i miei compagni e in montagna. Ora prendo il volo.
Oltre a qualche vietta e qualche incastro in val dell'orco abbiamo fatto una via di roccia in brenta con uno stile un po' diverso...non era inverno, ma neppure estate. Dopo l'avvicinamento con gli sci siamo saliti fino a metà parete e, su una cengia, abbiamo ricavato un pianetto nella neve e ci siamo fermati la notte nel sacco a pelo. Il secondo giorno baciati dal sole mattutino siamo saliti ancora e usciti dalla parete con la nebbia abbiamo trovato la strada del ritorno nella neve profonda e pesante fino al punto dove avevamo lasciato gli sci. Da qui discesa e risalita con le pelli di un oretta per poter scende fino alla macchina. Cima brenta, parete est, via dei finanzieri, aprile.






mercoledì 20 gennaio 2016

CLIMA PAZZERELLO E CHIACCHIERE SCONTATE

Giornate calde, neve inesistente, alta pressione che sembra non passare mai, questo l'inizio di una stagione che non vuole imbiancarsi. Che fare? Viviamola così, senza esserne angosciati!
Solo ora con una piccola nevicata in alto e un freddo gelido è inverno...Ma quante ne abbiamo sentite riguardo al meteo a al clima? Ahahahah! Quanti discorsi scontati e catastrofici... Chi ne ha approfittato di tutto ciò avrà il ricordo di un inverno speciale che non era inverno, forse il primo di tanti, forse l'unico di una vita.
Le pareti nord con avvicinamenti così veloci, le vie normali più battute che in estate, i sentieri più polverosi di agosto, e inversione termica.





venerdì 20 novembre 2015

NEW ZEALAND 2015 - SOUTH

Il mio viaggio a testa in giù si è concluso con molto entusiasmo, dopo esser volato all'isola del sud ho scalato qua e la per le Alpi Neozelandesi oltre ad aver passato molto tempo con amici da tutto il mondo. l'essenza del mio viaggio è stata partire da solo, senza una mia macchina, solo con qualche obiettivo nel cuore ma nessun piano. La mia strategia era molto flessibile ed ogni giorno ero costretto ad aggiustare i dettagli della logistica. Tutto ciò è stata una mia scelta, quella di rinunciare alla massima efficienza, di dover dedicare molto più tempo per ogni spostamento e di dovermi adattare alla situazione, la ricompensa però sapevo essere molto grande: la possibilità di conoscere un sacco di persone, la necessità di dover dare del mio meglio per poter arrivare dove volevo.
La prima avventura è stata 4 giorni da solo ad Arthur Pass, ho camminato per ore, ho guadato molti fiumi, ho scalato dovendo fare i conti con il pericolo valanghe e il brutto tempo, il tutto senza vedere nessuno e senza campo per il telefono: questo è l'alpinismo puro la. Lunghi avvicinamenti spesso senza ponti e sentieri, meteo imprevedibile, e luoghi lontani da tutto. Ho accettato spesso dei rischi, sapendo che avrei potuto pagare caro una scelta sbagliata. Il successo di una scalata qui è dato dall'intelligenza, l'abilità di prendere decisioni, le scelte logistiche e lo spirito di adattamento. 
Dopo una tappa ai boulder di Castle Hill sono andato a Wanaka dove ho fatto base per tutte le altre scalate. Quella che mi ha dato più emozioni è stato il mt Hicks, un luogo cosi remoto, due giorni assolutamente pesanti mentalmente per arrivare al rifugio tra crepacci, seracchi e valanghe tutto attorno e maltempo. Un giorno poi lunghissimo per la parete in solitaria ed il rientro col mio amico Johan che mi aspettava al rifugio.
Ho arrampicato con amici di 4 continenti e 6 diverse nazionalità!
Sicuramente avrei potuto vedere più cose se avessi avuto un'organizzazione diversa ma sono convinto di aver portato a casa un'esperienza vera, di aver vissuto in modo profondo i luoghi in cui son stato, senza badare alle tappe di Lonely Planet ma apprezzando luoghi più selvaggi!









venerdì 2 ottobre 2015

NEW ZEALAND 2015 - NORTH

I primi tre mesi del mio viaggio li ho passati nell'isola del nord, lavorando sulle piste di Turoa ed esplorando qua e la nel tempo libero.
Il paesaggio qui è predominato dal verde nonostante la stagione, foreste pluviali e grandi distese di prati con pecore ovunque, le uniche montagne qui sono due vulcani sui quali ogni corrente si scontra e diventa tempesta. Il clima è veramente cattivo qui, mai freddo perché la quota massima non raggiunge i 3000 metri ma nebbia umido neve pioggia vento sono veramente forti, improvvisi e imprevedibili.
Per la prima salita al Ruapehu ho dovuto attendere parecchio per avere le condizioni giuste ma quel giorno ero solo con un bellissimo tramonto. Sbucare in cima e vedere il Crater Lake è stato un emozione unica... Fantastiche sono state le sciate nei ghiacciai attorno al vulcano quando nessuno era era ancora passato! Pochi giorni di vero powder ma molte linee da scoprire in diverse condizioni.
Il mt Ngauruhoe ha una forma perfettamente conica e un cratere perfettamente rotondo, anche qui ero solo senza tracce.
Essere partito da solo è significato trovare molti nuovi amici, conoscere belle persone e avere molte possibilità. Sulle piste la mia Crew era per lo più europea ma variegata, con loro ho condiviso anche qualche giro esplorativo qua e la nell'isola. Qualche giorno sono stato ospite da Alix, la mia amica kiwi, al mare.





martedì 30 giugno 2015

TRINACRIA

Una settimana in Sicilia mi serve per stemprare le ossa prima di partire per l'inverno australe, all'ultimo momento decido e parto.
Sono stato con Martino i primi tre giorni, nel tempo che ho passato con lui mi son trovato in sintonia e ho passato bene il mio tempo, tra aziende agricole e spiagge, riuscendo anche a scalare il canto del gallo da solo.
Il tour partito da Palermo è arrivato a Catania passando per Menfi e il Ragusano, qui ho trovato Marco finalmente, che mi ha ospitato e mi ha fatto conoscere degli amici. Con loro ho avuto la possibilità di arrivare in cima all'Etna ed arrampicare vicino a Siracusa ad Arena.
L'ultima sera l'abbiamo passata tutti assieme a Taormina mangiando pesce.
La prima volta in questa terra, ne resto affascinato per la bontà della terra, della gente, del cibo, senza parlare del mare e della roccia.